Le Cartellate: il dorato tesoro foggiano



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Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle ricchezze enogastronomiche pugliesi con dolcezza...con questa lettura vi porteremo nel territorio foggiano.
Ad avvolgerci un’aria fresca, invernale, malinconica di un periodo post-feste alla quale bisogna rimediare con qualche zucchero in più - meglio se accompagnato con un brindisi di vin cotto!-.

L’elogio, oggi, è rivolto alle “Cartellate”, dolce tipico pugliese decantato in tutti i diversi dialetti che si possono udire da nord a sud della punta dello Stivale Italiano. 

Tipico fritto della zona foggiana, la “Cartellata” racconta una storia antica, lontana, che sconfina oltremare se ci si avventura nella narrazione: appellativo derivante probabilmente dalla parola greca "κάρταλλος” - ovvero "paniere" - la Cartellata arriverebbe in Puglia, contaminandone la cucina, dalla tradizione culinaria ellenica.
Entrata ormai a tutto tondo nella cucina regionale pugliese, la Cartellata - incastellata o incartocciata, ai meno addetti ai regionalismi – richiama nella forma quella dell’iconografia sacra Cristiana, raccontandoci un’evoluzione storico-culturale avvenuta nei secoli, il passaggio da delizia di Dei greci a dolce da celebrazione di feste cattoliche. 

L’increspato groviglio di pasta, nella tradizione culinaria garganica odierna, rappresenta infati  una duplice figura, quella del cesto in cui fu deposto alla nascita Cristo e la corona di spine con la quale fu crocifisso, spondorizzandone 
la consumazione in tutto il periodo che intercorre tra Natale e Pasqua.

Listelle di sottile sfoglie, arrovigliate e bagnate nel miele, scaldano le freddi serati pugliesi con la gioia che solo un fritto può donare!.
Come in molte regioni italiane, anche le Cartellate sono infatti uno dei dolci – insieme alle FrittelleCastagnole e Cecirchiate - appartenenti alla categoria di “fritti” che precedono il periodo di Carnevale, e quindi celebrano l’abbondanza antecedente l’astinenza quaresimale!.

Da gustare con il Vincotto, prodotto da Malvasie o Negramaro locali, regalano un retrogusto che sa di storia pugliese, di uve appena raccolte e vini lasciati invecchiare nelle più recondite e private cantine di anziani signori foggiani.
Deposte in vassoi e splendenti in tutta la loro doratura...possiamo senza dubbio definirle tesoro della tradizione culinaria e ricchezza del territorio foggiano!