Non solo taralli e burrata!



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La Puglia è una terra ricca di leccornie gastronomiche. E di prodotti presidi slow food come… la cipolla rossa!


La produzione di questo prodotto è molto limitata, poiché la sua coltivazione utilizza ancora metodi tradizionali e rudimentali per preservarne l'aroma e la fragranza. Il bulbo, coltivato in questa zona già nel corso del XIX secolo, era apprezzato e scambiato anche su mercati extra-regionali. Rinomata per la sua dolcezza, è riconoscibile anche per la tipica forma appiattita.

A lei è dedicata una sagra che si tiene alla fine di luglio e a metà ottobre di ogni anno. Ma sapete qual è la cittadina di cui è originaria la cipolla rossa?!? Vi diamo un indizio….



Questa è la facciata della sua cattedrale, Sant'Eustachio martire, edificata nel XII secolo dal feudatario normanno Roberto Gurgulione, e fu ricostruita ed ampliata intorno alla seconda metà del Cinquecento dal conte Alberto Acquaviva d'Aragona e ne conserva oggi lo stile rinascimentale.

Avete indovinato?!? No?!? Ecco un ulteriore indizio… il suo nome è legato all’ampia disponibilità di acqua dolce, che sgorga limpida da una falda sotterranea perenne. Ed è terra natia di un altro alimento presidio slow food: il gustoso cecenero della Murgia carsica, un legume con la forma a chicco di mais e la buccia rugosa e irregolare, l’apice a forma di uncino, ricchissimo di fibre

Stiamo parlando di… Acquavivadelle Fontiborgo della bassa Murgia barese

Vi suggeriamo di visitarlo durante la festa patronale della Madonna di Costantinopoli che si svolge in quattro giorni e culmina nel primo martedì di settembre.


Già a partire dalla settimana precedente l'immagine della Vergine viene portata in processione in sette giorni nelle sette parrocchie di Acquaviva (peregrinatio Mariae). La domenica sera si svolge il corteo storico che rievoca l'ingresso del quadro così come tramandato dalla leggenda (si narra che l'icona provenga da Costantinopoli e che, giunta a Bari via mare, sia stata portata ad Acquaviva su un carro trainato da buoi).

Il martedì sera, culmine della festa, secondo una tradizione risalente al 1848 avviene il lancio di un pallone aerostatico.